Le stufe a legna sono più sostenibili?
C’è una lotta intestina che si consuma ogni anno, tra l’inquinamento causato dalle caldaie a gas e quello causato dalla legna da ardere. Ma chi è il vero colpevole? Le stufe a legna sono davvero responsabili dei problemi, gravi, di inquinamento in Trentino Alto Adige e più in generale in tutta la Pianura Padana o i responsabili sono invece altri?
PM10/5/2 e inquinanti dell’aria: contraddizioni del sistema
Sebbene sia assodato che il principale responsabile dell’inquinamento nelle nostre città sia proprio il riscaldamento delle case, soprattutto in città, perché sembra essere il solo riscaldamento a legna sotto accusa?
Le rilevazioni di inquinanti vengono effettuate nella grande maggioranza dei casi nelle medie e grandi città e nelle metropoli. (Puoi verificarlo velocemente consultando il sito dell’Azienda Provinciale per la Protezione dell’Ambiente – http://www.appa.provincia.tn.it/aria/qualita_aria_sezione/) Ma il riscaldamento a legna non è certo il più diffuso in queste zone.Invece, i comuni in montagna, dove effettivamente il riscaldamento a legna è tradizionalmente “di casa”, è altamente ipotizzabile che non rilevino affatto una peggiore qualità dell’aria.

E anche se non mi piacciono le teorie del complotto penso subito che gli incentivi economici, che dovrebbero spingerci ad utilizzare sistemi sempre più indipendenti dai combustibili fossili, non siano certo pro stufe. Le politiche eco-friendly mondiali incentivano i combustibili cosiddetti RINNOVABILI (legna, vento, sole, ecc..) questo accade anche in Italia, ma, se da una parte ti incentivano con conto termico e detrazioni fiscali, dall’altra ti dicono che stai inquinando accendendo la tua stufa.
Bel groviglio! Quindi le stufe a legna inquinano oppure no? Fanno male alla salute?
Dipende da come vengono usate !
Perché le stufe a legna e ad accumulo non sono nemiche dell’ambiente?
Afferma Giorgio Zampetti, responsabile scientifico di Legambiente:
“Come in ogni settore le emissioni in questo caso dipendono dal tipo di combustibile e dalle tecnologie utilizzate. Oggi esistono dispositivi, anche nel caso della produzione della legna che consentono di abbattere di molto le emissioni di particolato. Le stime nazionali spesso mettono questo settore come una delle principali fonti di emissioni di particolato, ad esempio per l’area padana.”
Utilizzando la legna al posto di altri combustibili (olio combustibile o carbone) puoi ridurre notevolmente le emissioni prodotte dalle stufe. Nel caso dell’utilizzo della legna in stufe ad accumulo, che sono altamente efficienti, questo fattore viene ulteriormente ridotto.
“Come in altri settori, anche in questo occorre sviluppare una consapevolezza diffusa su quali stufe oggi occorre impiegare e come utilizzarle al meglio per ridurre le emissioni anche da questo comparto”, conclude Zampetti
Bruciare legna non inquina più
Quando non eravamo ancora qualche miliardo sul pianeta, bruciare legna o carbone non ha mai destato preoccupazioni. L’impatto ambientale era decisamente inferiore e non stavamo ancora consumando tutte le fonti energetiche non rinnovabili.
Oggi che siamo più di 7 miliardi sulla Terra, anche bruciare legna può trasformarsi in un problema, questo è fuor di dubbio. Ogni ‘rifiuto’ (solido, liquido o gassoso) è un problema da gestire. La legislazione ambientale ha portato negli anni i produttori e realizzatori di stufe a legna ad aggiornare tecnologicamente le stufe immesse in commercio. Oggi le stufe ad accumulo sono in grado di trasformare la legna in un combustibile pulito e sostenibile, riducendo del 90% gli incombusti rilasciati in atmosfera, con un rendimento che raggiunge in alcuni casi il 90%.
Un impianto ben costruito, servito da una buona canna fumaria e alimentato con buona legna, residua un fumo caldo e invisibile che si disperde nell’atmosfera senza gravi ricadute inquinanti.
Perché scegliere il riscaldamento a legna di una stufa ad accumulo? 4 ottime ragioni
Rende indipendenti dai combustibili fossili.
Petrolio, quindi energia elettrica, e gas sono sensibili agli equilibri socio-economico-politici mondiali. Una crisi politica o economica può provocare un aumento del prezzo del petrolio, uno sciopero dei trasportatori bloccare le consegne di gasolio o metano, un’interruzione di corrente fermare radiatori e caldaie a gas, una nuova finanziaria aumentare le tasse su questi combustibili. Procurarsi la legna è una questione decisamente più semplice. Con una stufa a legna puoi, almeno in parte, riappropriarti di un certo grado di controllo, con costi di manutenzione decisamente meno impegnativi.È economico
La legna da ardere è ad oggi il combustibile più economico disponibile, accettando un po’ di lavoro in più per procurartela e conservarla nel modo corretto. Incluse IVA e tasse la legna costa meno di 1/3 di gasolio e gpl e circa la metà rispetto a metano e pellet. Se non hai un bosco di proprietà, nel qual caso ti costerebbe ancora meno. Usare legna in una stufa ad accumulo ti consente di tagliare i costi di riscaldamento fino al 70%.Lo sapevi che…:
Da una stufa di qualità con un rendimento del 80%, bruciando un chilo di legna stagionata (umidità massima del 20%) al costo di 15 €/quintale, si ottengono circa 3 KWh, con un costo per KWh di circa 0.050 Euro.
Da un metro cubo di metano, con un rendimento del 90%, si ottengono circa 9,8 Kwh, con un costo per Kwh di 0.095 Euro. Per una casa che richiede 12 KWh per essere riscaldata, un’ora di riscaldamento a metano costerà circa 1,15 euro, un’ora di riscaldamento a legna costerà dai 60 ai 70 centesimi!
È sostenibile
Utilizzare legno è davvero sostenibile? Sembra una contraddizione, eppure è così. Il riscaldamento a legna non è certo responsabile della deforestazione del pianeta, che è invece dovuta alla necessità di sfruttare i terreni per scopi agricoli o di allevamento. La legna utilizzata per il riscaldamento invece proviene, o dovrebbe provenire (accertatene sempre prima di acquistarla) dai boschi del nostro territorio, attentamente tutelati giovando al rinnovamento naturale del verde e limitando le emissioni dovute ai trasporti.Quindi fa bene ai boschi e all’economia.
Grazie alla tutela del patrimonio boschivo le foreste italiane sono in continua espansione da 150 anni, oggi con un ritmo sorprendente di 30 milioni di mc all’anno, di cui solo 10 sfruttati economicamente. Attualmente, boschi e foreste coprono circa un terzo dell’intera superficie del Paese, per un totale di circa 9 milioni di ettari. Anche quando i boschi vengono coltivati per produrre tronchi da lavoro, la corretta esecuzione delle pratiche selvi-colturali produce grandi quantità di legna da ardere e non è un’attività distruttiva. La coltivazione dei boschi, e la loro resa economica, sono uno strumento fondamentale per la loro conservazione e protezione dai rischi di incendio, accidentali o dolosi. Non solo. La legna da bruciare deriva dai residui di molte colture agricole (alberi da frutto, pioppeti), dalla potatura delle alberature stradali e del verde ornamentale, da rifiuti (vecchi imballaggi e ‘pallets’). Grandi quantitativi di legno utilizzabile a fini energetici sono disponibili presso le segherie sotto forma di cortecce, ritagli, schegge, trucioli, segatura (in media, il 30% del legno che entra in falegnameria). Tutti residui economicamente sfruttabili. E tutto questo senza intaccare minimamente il patrimonio forestale italiano.Le stufe sono sostenibili, economicamente convenienti, ecologiche (se utilizzate nel modo giusto), sicure.
Ma una stufa a legna è la scelta giusta per la tua casa?
Contattami per un sopralluogo. Potremo entrare più nel dettaglio di consumi e caratteristiche delle stufe ad accumulo e capire insieme qual è la soluzione giusta per la tua casa.